Tassare i turisti di passaggio. I sottosegretari frenano (Il Gazzettino di Venezia)

ImmagineI portatori d’interessi locali si schierano chi a favore – l’Ava – chi contro – la Vtp – la proposta del commissario Vittorio Zappalorto di tassare i turisti giornalieri, crocieristi compresi. Mentre la politica, per il momento, è cauta: l’ipotesi è vista di buon occhio dal sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti, ma se vincolata alla concessione di servizi; contrario il collega Pier Paolo Baretta, convinto che soluzioni del genere necessitino di un ampio dibattito tecnico e politico. Per entrambi comunque se ne dovrà parlare in campagna elettorale.
Di certo, Zappalorto ci sta provando. Del problema del turismo mordi e fuggi ne aveva già parlato con il ministro ai beni culturali, Dario Franceschini, alla mostra del cinema. Più di recente, al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Del Rio, ha chiesto più poteri sul fronte dei tributi, proprio per tassare questo tipo di turismo. Ma per Zanetti «più che una tassa, sarebbe meglio un city pass comprensivo di servizi obbligatori alla persona, perché se si chiede al visitatore di contribuire alle spese, occorre dargli qualcosa in cambio». Secondo il sottosegretario di Scelta Civica, «il city pass è quasi di una scelta obbligata, per garantire alla città quel welfare che diversamente il Comune non sarebbe più in grado di assicurare. E la sfida rimane quella di dotare l’amministrazione locale di poteri straordinari, per gestire al meglio la specificità veneziana». Attenzione, però: positivo l’interessamento del commissario, ma la decisione venga presa solo dal nuovo sindaco. «Scelte così importanti devono essere ufficializzate da chi ha avuto una legittimazione popolare – spiega Zanetti – Per passare dalle parole ai fatti, si aspetti il ritorno della politica. In quest’ottica, non sarebbe male che la condivisione o il rifiuto del city pass fossero indicati chiaramente nei programmi di tutti i candidati sindaci, e nel merito le forze politiche si pronunciassero con chiarezza, anziché con la consueta ambiguità. E va da sè che gli aspetti pratici dovranno prevedere accessi basati sulla tipologia turistica, una diversa logistica e una convenzione con le Ferrovie dello Stato». Decisamente scettico sull’ipotesi tassa, Baretta: «No a provvedimenti d’urgenza, su un tema che inciderebbe moltissimo su Venezia e i suoi flussi – taglia corto il sottosegretario Pd – Per quanto interessante, l’idea di Zappalorto andrà discussa e approfondita a tempo debito da chi di dovere. Anche in campagna elettorale, dove tutti dovranno esprimersi sull’essenziale ripensamento dei flussi, sulla fiscalità e sulle risorse speciali per una città speciale. In ogni caso, non penso che la tassa proposta dal commissario sia una soluzione. Rischieremmo l’autogol».
Fin qui la politica. Ma per il direttore dell’Ava, Claudio Scarpa è una «buona idea. Zappalorto non l’abbiamo ancora incontrato, ma alla prima occasione non mancheremo di manifestargli il nostro appoggio. Tuttavia, occorrono almeno terminal sulla gronda lagunare dove contare i turisti pendolari». Contrario, quandomeno per i crocieristi, il presidente di Vtp, Sandro Trevisanato: «Nel 2013 l’83% dei crocieristi ha usato Venezia come home port, solo il restante 17% può essere parificato al turista mordi e fuggi». Trevisanato stima che questa stragrande maggioranza, che si sposta in città e spesso vi soggiorna almeno una notte, lasci tra i 4 e i 5 milioni solo alle casse del Comune, tra ztl, passaggi in Alilaguna, tassa di soggiorno e people mover. «Non avrebbe senso tassarli di nuovo. E poi attenzione, Venezia è già il porto più caro del Mediterraneo. Se anche aggiungiamo 2-3 euro a passeggero, soldi che ricadrebbero sulle compagnie, andiamo fuori mercato».

2014-10-02T11:58:11+02:00 2 Ottobre 2014|In evidenza, News, Notizie dal Veneto, Venezia in Comune|

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