Scuole materne paritarie, Gente Veneta intervista il sottosegretario Baretta

«O si pone rimedio con l’assestamento di bilancio o con una nuova legge ad hoc. Oppure con un accordo Stato-Regione Veneto nell’ambito della contrattazione sull’autonomia regionale».

Sono le tre strade che Pier Paolo Baretta, Sottosegretario dell’Economia e delle Finanze del Governo Gentiloni, individua per uscire da quello che lui stesso definisce «un errore e una sconfitta». L’errore e la sconfitta stanno nel non essere riusciti a impedire, nell’ambito della Legge di Bilancio, il taglio di 50 milioni di euro al sistema delle scuole paritarie. «Purtroppo – afferma Baretta – non si è riusciti rifinanziare 50 milioni destinati espressamente alle scuole dell’infanzia. È un errore che, come Governo, abbiamo compiuto. Ed è dovuto al fatto che manca ancora una sensibilità nazionale tale da capire quanto sia importante la questione delle materne paritarie, in particolare al Nord e più in particolare in Veneto».

In effetti, la diffusione delle scuole paritarie, in larghissima parte di ispirazione cattolica, è molto maggiore nella nostra regione che altrove. In tutto il Paese, nel segmento delle scuole dell’infanzia, ci si avvale di scuole paritarie che accolgono 582 mila bambini, pari quasi al 40% dei piccoli scolarizzati dai 3 ai 6 anni. Nel Veneto la percentuale sale al 65%, con oltre 81mila bambini accolti nelle 1.128 scuole diffuse in ogni località, gestite da parrocchie, associazioni, enti no profit ed altri enti.

«Nel Paese e quindi anche in Parlamento e nel Governo – ammette Baretta – c’è ancora una confusione notevole fra scuole paritarie e private, nonostante molti di noi continuino a spiegare che la differenza c’è e si traduce anche in un consistente vantaggio economico per lo Stato. Perciò non aver raggiunto il risultato di rifinanziare il settore è un errore grave, al quale bisognerà in qualche modo rimediare. Ne ho parlato anche con la Presidenza del Consiglio». Il problema è, riconosce il Sottosegretario, che di mezzo ci sono le elezioni politiche: «Lo strumento più pratico per rimettere in campo questi soldi è l’assestamento di bilancio, che in genere si fa verso maggio-giugno».

Ed è evidente che lo si farà con un nuovo Parlamento e, forse, con un nuovo Governo. «Oppure – prosegue Pier Paolo Baretta – bisognerà attendere il primo provvedimento legislativo utile, ma anche questo nell’ambito della prossima legislatura. Il problema vero è che non riusciamo a uscire dalla provvisorietà. E invece è ora di dire basta al fatto che ogni anno si debba rifinanziare le scuole paritarie. Bisogna arrivare a un finanziamento strutturale, per evitare questo tira e molla. Adesso vediamo di risolvere il problema immediato del 2018, poi bisognerà fare una legge ad hoc, che regoli stabilmente il tema».

E la “contrattazione” in corso a Roma per giungere a una maggiore autonomia del Veneto? Non può essere una strada? «Sì – risponde Baretta – prendiamo in considerazione anche questa pista. Sarebbe meglio arrivare ad una legge strutturale, ma se non arrivasse presto il canale della maggiore autonomia veneta potrebbe essere praticabile». Idea, questa, su cui è pienamente d’accordo il presidente del Veneto, Luca Zaia: «C’è una norma che ci permette di farlo. E noi abbiamo intenzione di attivarla. Adesso che è aperto il tavolo, a Roma, si può battere questa pista; a farlo prima si rischiava di inficiare il referendum. Ma è una legge che ci consente di affrontare con risorse adeguate e stabilmente, nell’autonomia, la questione delle scuole paritarie».

Giorgio Malavasi

2017-12-28T17:24:08+01:00 28 Dicembre 2017|News, Notizie dal Veneto, Rassegna stampa|

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