La festa del Redentore quest’anno ha davvero un significato particolare. La grande pandemia, che ancora ci minaccia, evoca proprio quanto si ricorda in queste giornate. E chissà che i divieti e le restrizioni non ci facciano recuperare il senso più intimo dell’evento.
La salute di tutti come bene prezioso, come grazia da chiedere e da meritare con comportamenti sempre più responsabili.
Peccato che una maldestra gestione dell’amministrazione, del Sindaco uscente, abbia prima creato l’illusione di una festa in pompa magna che ha messo in moto attese, organizzazione e investimenti e poi, all’improvviso, abbia riservato una doccia fredda (più o meno spontanea): quest’anno niente fuochi e conseguente ridimensionamento generale della festa.
Che dar vita a Venezia – nell’estate del 2020 – a grandi eventi, non facilmente controllabili, fosse un rischio troppo grave per la salute pubblica, era chiaro fin dall’inizio.
Ma fin dall’inizio questa chiarezza è stata un criterio che l’amministrazione non è stata capace di assumere, decidendo alla fine un dietrofront troppo a ridosso dell’evento, che ha lasciato le categorie economiche, gli albergatori e i ristoratori a gestirsene da soli, e solo sulle proprie spalle, le conseguenze.
Ma la festa nel cuore dei veneziani non verrà compromessa da questa gestione superficiale.
Ciascuno di noi la festeggerà a modo suo – in famiglia, a casa, nella preghiera, in barca nonostante tutto – attenendosi alle restrizioni sanitarie e allestendo ugualmente tavolate di amici e vicini, in calle o in fondamenta.
Né l’acqua alta eccezionale, né il coronavirus, né gli imbarazzanti ondeggiamenti di questa amministrazione fermeranno la speranza e la fiducia dei veneziani nel futuro.
Buon Redentore!
PPB
Sottoscrivo tutto quello che ho letto ….
L’improvvisazione è lo stile che cotraddistingue chi non sa cosa fare …….