«Un sindaco forte contro i poteri forti. Ma anche un sindaco aperto al confronto e alla discussione. Del resto, in tutti gli incontri che ho avuto finora con tutte le categorie, non ho trovato blocchi o pregiudiziali nei miei confronti.» Così Felice Casson, che ieri ha ufficializzato la decisione di partecipare alle primarie del centrosinistra. E a chi gli dice che continua ad avere l’immagine di un Robespierre che taglia teste, Casson risponde che è una immagine dei vecchi tempi, che non ha nulla a che vedere con il Casson di oggi. Anzi, oggi Casson si sente garante della città tutta a cominciare da quella produttiva, degli artigiani, dei commercianti, degli industriali. Certo, «si riparte dalle macerie, dalla situazione disastrosa in cui sono state lasciate Venezia e Mestre dopo le recenti non-decisioni in campo politico e amministrativo.» E Casson si rende conto che una cosa è vincere le primarie e un’altra è diventare sindaco. «Un passo alla volta. Vedo che le condizioni sono favorevoli per le primarie e per adesso penso solo a quelle. Poi vedremo. Ma so bene che “il pallone xe rotondo”, si gioca per vincere, ma non è detto che i pronostici siano rispettati. E’ vero, in questo momento sono favorito perchè la città ha bisogno di voltare pagina.» E per far capire che si cambia, subito, si comincia con fare le primarie a costo zero, solo con i volontari, avverte Felice Casson. E se Renzi si mette di mezzo? «E’ un discorso che non ha senso. Per le primarie, ovunque, la scelta di Renzi è stata quella di starne fuori». Ma il senatore Casson ha votato più volte contro il governo, possibile che questo non pesi, che Renzi la lasci diventare sindaco senza colpo ferire? «Ci siamo parlati e non mi ha messo nessun blocco. Nessunissimo. Niente veti.» Dunque, Felice Casson da ieri è ufficialmente in corsa per la poltrona di primo cittadino di Venezia. «Per risollevare questa città – ha detto Casson – finita sotto le macerie, si sarebbe dovuto votare prima, ma è inutile recriminare, intanto il Pd ha presentato il programma ed io ho atteso questo passo. Ora lo possiamo sviluppare assieme a tutti per creare una coalizione forte che venga riconosciuta dai cittadini e fatta con persone che si dedichino con amore a Venezia».
Il senatore ha anticipato alcune delle linee guida del suo programma: «Punterò molto sul ripristino della sicurezza, tema molto sentito in particolare in Terraferma e per il quale bisognerà confrontarsi con il prefetto per imporre soluzioni. Quindi le società partecipate andranno ridotte e razionalizzate, modificate nella struttura: per fare ciò servono forza e credibilità. In materia d’ambiente occorre una credibilità assoluta per proporre idee forti, molto forti, le uniche a funzionare. Se ragioniamo sui contenuti, siamo in grado di fare ciò che serve alla città». Polemico il sottosegretario Pierpaolo Baretta il quale non ha condiviso pienamente l’uscita di Casson il quale ha un po’ sparigliato le carte e messo in ombra la presentazione del programma, al quale il partito aveva dedicato molti sforzi.
“Non capisco questa idea di continuare a mettere un nome dietro l’altro, mentre ora servirebbe di più far capire ai cittadini che cosa vogliamo fare a Venezia – ha detto Baretta. C’è bisogno insomma di unità non di divisioni. Tutto è legittimo, per carità, ma il messaggio che dovrebbe dare il Pd dovrebbe essere quello di pacificazione».
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