Politiche 2018, analisi del voto. Baretta: “Scomparsa la struttura sociale intermedia, ma la democrazia rappresentativa è fondamentale”

Si è svolta questa mattina a Mestre, all’Officina del Gusto, la presentazione dello studio del voto del 4 marzo scorso a cura del prof. Paolo Feltrin, politologo e docente di Scienze politiche e sociali all’Università di Trieste. “Il voto alle elezioni politiche: analisi per costruire il futuro”, il titolo dell’incontro, promosso dalle associazioni AReS e reSTART, cui hanno partecipato anche il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta e il senatore Andrea Ferrazzi.

“Assistiamo, in Italia e in tutto il mondo, a campagne elettorali dalle proposte sempre più radicali, che trovano giustificazione nella crisi globale” questa la prima provocazione lanciata da Baretta. “Al contempo – ha proseguito –, sono punite le linee responsabili, come quella da noi adottata. Ma le promesse estreme sono compatibili con il quadro di riferimento internazionale e di compatibilità ecomomico-finanziaria? Due le opzioni sul tavolo: o venir meno alle promesse fatte in campagna elettorale; oppure, per mantenerle, provocare un danno, come ad esempio sta facendo Donald Trump coi dazi”.

“Dal canto nostro – ha proseguito il sottosegretario – in questi cinque anni di governo abbiamo fatto un buon ‘riformismo di manutenzione’, con molte idee, ma troppo spesso rimaste incompiute, disperse in mille rivoli. Non è bastato, la domanda era molto più profonda e noi non l’abbimo intercettata”.

“Ma siamo anche andati oltre ai partiti? – si è poi interrogato –. È evidente che hanno vinto movimenti o ‘comitati civici’. Emerge da questo quadro la scomparsa della struttura sociale intermedia. Eppure, credo che la democrazia rappresentativa sia fondamentale”.

L’ultima riflessione di Baretta si è concentrata sulla figura del leader: “In che misura il leader riesce a incidere, a orientare? Anche quando sbaglia? Quanto hanno pesato nel risultato del voto le pluricandidature blindate, il fatto che a un mese dalle elezioni il governo era al 40% e il PD al 20%? Come si fa ad evitare che la personalità del leader – ha concluso – sia più forte delle dinamiche democratiche e collettive? Un tema fondamentale per il PD e per la natura stessa della democrazia”.

2018-04-14T16:59:01+02:00 14 Aprile 2018|Comunicati stampa, News, Notizie dal Veneto|

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