«Patto di stabilità da smantellare»

Notizia da “Il Mattino di Padova” del 3 aprile 2013

ROMA. «Smantelllare colpo su colpo il patto di stabilità dell’Ue». Pier paolo Baretta, deputato Pd, strappa gli applausi del suo gruppo quando fa capire qual è il vero obiettivo del voto che il Parlamento sta per dare alla risoluzioni sblocca debiti della PA: le regole Ue sul fiscal compact rischiano di strangolare l’Italia e ci vuole una spallata. Con coraggio. Senza divisioni. Il nuovo governo è un fantasma e c’è lo spetto di tornare alle urne tra qualche mese? Allora tanto vale far capire che non si può finire sul lastrico per rispettare i vincoli della Merkel.

«Lo sblocco dei crediti della pubblica amministrazione alle imprese dev’essere il primo passo di una strategia che porti il nuovo governo a smontare il Patto di stabilità per mettere i Comuni nelle condizioni di investire in tre grandi settori: il dissesto idrogeologico per scongiurare frane e alluvioni; la manutenzione delle scuole e degli edifici pubblici e la regolarità dei pagamenti. Il 25% delle imprese italiane ha rapporti con la pubblica amministrazione e sta aspettando anche da due anni i pagamenti. La Ue fissa in 30 giorni il termine per onorare i contratti e le cifre che Bankitalia ci ha illustrato sono spaventose: 90 miliardi di euro fermi. In due anni forse ne pagheremo la metà. Non basta. Anche perché ci sono altre emergenze: la Cig da rifinanziare e gli esodati della riforma Fornero».

Baretta prima di entrare in parlamento è stato numero 2 della Cisl e sorte analoga è toccata al senatore Giorgio Santini che a palazzo Madama entra nel dettaglio del provvedimento con alcune proposte: «Vanno privilegiate le amministrazioni virtuose sia in ordine alla trasparenza dei debiti sia riguardo la disponibilità di risorse proprie bloccate dal patto di stabilità. Va definito con chiarezza il perimetro dei creditori/debitori rispetto ai sub-fornitori e alle società pubbliche partecipate», dice Santini.Un elenco di quattro pagine. Non basta. Perché Simonetta Rubinato recita il mea culpa: «Ora attendiamo il decreto che darà il via libera al pagamento alle imprese di 40 miliardi di debiti delle pubbliche amministrazioni. È una delle battaglie che ho condotto nella precedente legislatura. Ma non mi viene da esultare: mi rammarico che ci sia voluto così tanto tempo per arrivare ad una soluzione parziale», dice la deputata Pd e sindaco di Roncade.

«In questo momento sono vicina alle imprese fallite, agli imprenditori suicidi, al lutto delle loro famiglie e ai posti di lavoro che si sono persi. Nessuno ha chiesto scusa, nessuno si è preso alcuna responsabilità. Anche se non sono stata al governo, anche se non ho avuto ruoli di dirigenza negli organi parlamentari, anche se come sindaco ho sforato il Patto di stabilità nel 2009 per pagare le imprese e lo scorso 31 dicembre il mio Comune aveva pagato tutte le fatture scadute, chiedo scusa io, come semplice deputata».

La vera battaglia oggi, appena verrà presentato il decreto paga-debiti. (al.sal.)

2013-04-04T11:05:21+02:00 4 Aprile 2013|News, Notizie dal Veneto, Rassegna stampa|

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