Dopo giorni, ore di negoziati e lavoro su diversi tavoli in Europa si è raggiunto un accordo storico. E alla fine anche i Paesi frugali hanno dovuto prendere atto che non c’è alternativa ad un nuovo modello di Europa.
Dei 750 miliardi del Recovery Fund all’Italia andranno 209 miliardi.
Le riforme non vanno viste come un obbligo imposto dall’esterno ma come qualcosa che serve a noi, per modernizzare il Paese.
La direzione è quella, investire nella transizione ecologica e digitale, recuperare la capacità produttiva di un Paese che comunque resta una grande economia, la seconda manifattura d’Europa.
Leggi la mia intervista di oggi, 21 luglio, a Il Messaggero.
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