Baretta: “Da questa crisi si esce migliorati solo con solidarietà, equilibrio e sobrietà”

L’intervista del Sottosegretario all’Economia e alle Finanze, Pier Paolo Baretta, a cura di TEDx Treviso.

Onorevole, grazie per aver accettato il nostro invito! Quella che stiamo vivendo è una situazione nuova che sembra aver colto alla sprovvista tutti, Governo compreso. Quando vi siete resi conto che l’emergenza era grave?

La presa di coscienza è stata graduale per tutti. Dall’opinione pubblica alle istituzioni, dal mondo dell’informazione alla stessa comunità scientifica abbiamo assistito ad un altalenarsi di percezione a cui, man mano che la situazione si faceva più chiara, abbiamo cercato come Governo di dare una risposta forte. Quella che abbiamo di fronte a noi è una situazione inedita. Le reazioni a cui abbiamo assistito in Italia sono state simili a quelle di tutti i Paesi che hanno avuto a che fare con il Coronavirus con uno sviluppo dell’epidemia tendenzialmente simile.

 

L’emergenza tocca vari aspetti della nostra vita. In primo luogo è un’emergenza sanitaria ma chiaramente i risvolti economici saranno molto pesanti. Come Governo come avete agito?

La prima azione che abbiamo fatto è stata mettere risorse sulla Sanità. Sulle strutture e sul personale. E sulla Protezione Civile. Sembra banale ricordarlo ma non lo è. La priorità è stata quella. Tra l’altro credo sia giusto ricordare ogni giorno che mentre noi parliamo ci sono medici, infermieri e operatori in prima linea. A loro devono andare il nostro ringraziamento e il nostro pensiero. L’altra priorità è stata chiaramente pensare alle aziende e abbiamo cercato di agire secondo l’obiettivo chiaro che questa crisi non debba far perdere nessun posto di lavoro, quindi ovviamente una difesa dell’occupazione e di conseguenza dei redditi. È stata attivata la cassa integrazione in deroga anche per chi ha un solo dipendente, una misura che ha cercato di parlare a tutte le attività produttive tenendo ben presente che parliamo di una platea ampissima ed eterogenea. Per i lavoratori autonomi abbiamo previsto un primo fondo di ristoro di 600 euro oltre allo slittamento delle scadenze fiscali. Ricordiamoci che questa è stata una prima manovra per rispondere ad una situazione di emergenza, ma sicuramente agiremo ancora. Abbiamo ben presente cosa rappresentano i lavoratori autonomi per il nostro Paese e cosa significa questa crisi per loro.

 

Quando avete fatto la manovra sono girati raffronti tra le risorse previste dalla nostra manovra e quelle stanziate da altre Paesi, con Paesi come la Germania che sembrano aver destinato all’emergenza risorse dieci o venti volte superiori. Com’è possibile?

E’ stata sinceramente una polemica politica abbastanza squallida, anche considerando l’emergenza in cui ci troviamo. Noi abbiamo immesso 25 miliardi liquidi e immediati nel sistema Paese, soldi che sono usciti dalle Casse dello Stato e sono andati a Sanità, Protezione Civile, imprese e lavoratori. Se dobbiamo calcolare la leva generale mobilitata dalla nostra manovra possiamo parlare di 350 miliardi di euro, che si avvicinano ai 550 della Germania per impatto sul PIL. Però ci tengo nuovamente a ricordare che sicuramente agiremo ancora, dovevamo dare una risposta immediata ma sappiamo che sarà necessario intervenire nuovamente.

 

Parliamo del ruolo dell’Unione Europea. Crede che da questa istituzione sia arrivata una risposta adeguata?

È evidente che in questa crisi l’Unione Europea abbia dimostrato di avere ancora limiti strutturali legati agli interessi dei singoli stati nazionali. Si sono creati anche in questa occasione due fronti che ripercorrono le linee di pensiero che hanno impedito all’Unione di raggiungere gli obiettivi per cui è stata pensata, ovvero essere in grado di dare risposte di sistema a problemi che hanno dimensioni sovranazionali. In questo senso le parole di Chrstine Lagarde potevano inizialmente sembrare una svista, alla luce di quanto sta succedendo probabilmente invece tengono conto di altri ragionamenti. Mi sembra comunque che la linea interpretata dal Presidente del Consiglio italiano in queste ore sia giusta. Tra l’altro questa epidemia è solo uno dei tanti banchi di prova per il futuro dell’Unione Europea. Mai come in questo momento o riusciamo ad andare verso un’integrazione piena oppure questo progetto ne uscirà indebolito, temo irrimediabilmente.

 

Parlando invece del Sistema Paese, secondo lei siamo stati in grado di reagire in maniera corretta o hanno pesato aspetti come l’assetto istituzionale o i diversi interessi rappresentati dalle categorie più coinvolte?

Credo che la risposta del Paese sia stata tendenzialmente positiva. Per quello che ho potuto vedere dal mio osservatorio ciascuno ha portato il proprio punto di vista, ma l’obiettivo finale di tutti è stato quello di tutelare il Paese. La concertazione con le categorie è stata impegnativa ma non poteva essere altrimenti, perché quando si prendono decisioni così impattanti bisogna che l’orientamento oltre che chiaro sia per quanto possibile condiviso da tutti. La cosa che voglio sottolineare è che ho visto nello svilupparsi della crisi prese di posizione pregiudiziali per lo meno da parte delle categorie. Quasi tutti hanno colto la portata di quello che stiamo affrontando e la complessità del dover bloccare un sistema produttivo stando attenti a garantire comunque i servizi essenziali.

 

Lei oltre ad avere una lunga esperienza politica ha una lunga esperienza di rappresentante del mondo del lavoro. Ha assistito da politico alla crisi del 2007 scoppiata col fallimento della Lemhan Brothers e da rappresentante del mondo del lavoro ad anni di trasformazioni del nostro sistema economico e produttivo. Ci sono similitudini tra questa crisi e quelle precedenti?

Credo che questa sia una situazione nuova e dunque diversa, come lo sono state le crisi precedenti l’una dall’altra. Quella del 2007 è stata una crisi per sua natura e per sua genesi completamente diversa da questa e le risposte o le conseguenze non potranno essere le stesse. Ogni crisi restituisce un mondo diverso da quello che ha trovato, questo anche perché sarebbe sciocco pensare che l’azione dell’uomo sia ininfluente nella configurazione dei nuovi scenari. Pensiamo ad esempio al salto tecnologico che ciascuno di noi ha dovuto fare, portando la tecnologia o gli strumenti tecnologici ad essere dei beni quasi essenziali. La stessa tecnologia è diventata centrale anche nello svolgimento delle professioni più tradizionali o delle attività della vita quotidiana più semplici. In questi giorni quasi tutti siamo stati costretti a cambiare i nostri stili di vita ma allo stesso tempo l’epidemia ha riportato alla luce alcune tematiche legate al mondo produttivo che avevamo quasi dimenticato perché ormai assimilate dalla globalizzazione. Inoltre siamo tornati a discutere di aspetti che per la mia storia sono particolarmente significativi come la salute dei lavoratori. Per cui tornando alla domanda credo che andremo incontro a scenari nuovi, non c’è nulla di già scritto.

 

Onorevole le faccio un’ultima domanda. È possibile cercare parole di speranza nella situazione che stiamo vivendo?

Nonostante le difficoltà bisogna sempre porsi l’obiettivo di cercare qualcosa di positivo nel tempo in cui si vive. Le parole su cui mi concentrerei per superare questa crisi e uscirne migliorati sono solidarietà, equilibrio e sobrietà. La solidarietà si sta rivelando fondamentale. Solidarietà è prendersi cura degli altri a partire dai nostri atteggiamenti per contenere l’epidemia, è mettere in campo risorse personali verso chi subisce doppiamente gli effetti negativi di questa situazione, è solidarietà nelle scelte governative e deve essere solidarietà tra stati. Equilibrio perché credo che di fronte ad una crisi che attenta in primo luogo la salute sia necessario riscoprire una gerarchia di valori. Sobrietà sia negli atteggiamenti sia nel nostro modo di pensarci in questo mondo, perché ci rendiamo conto che i problemi sono complessi e allo stesso che le risorse che abbiamo sono preziose. E questi insegnamenti dovremo tenerli a mente anche in vista delle altre sfide che il nostro tempo ci sta ponendo.

2020-03-28T17:24:10+01:00 28 Marzo 2020|In evidenza, Opinioni, Rassegna stampa|

Scrivi un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.