Impresa 4.0 2018-02-20T13:05:05+01:00

IMPRESA 4.0

Dagli incentivi ai Competence Center, la cultura digitale come leva di sviluppo del Nord-Est

Ricerca, innovazione, politica: su questi temi l’uomo si è da sempre interrogato. Eppure oggi, rispetto al passato, tali obiettivi sono diventati realtà. Il cambiamento sta travolgendo, nella quotidianità e nella pratica, la nostra vita. Non si tratta più una sfida teorica che possiamo semplicemente immaginare, siamo completamente immersi in una profonda rivoluzione.

L’avvento di Impresa 4.0, d’altro lato, apre finalmente ai distretti tecnologici – e non più merceologici – con prospettive produttive e mercati diversi, uniti dal comune denominatore della tecnologia digitale. Si tratta di una vera e propria rivoluzione culturale, basata sull’innovazione e sulla conoscenza, che va inserita in un processo globale di digitalizzazione.

Una rivoluzione che è diventata strategia di sviluppo del nostro Paese a partire dal 2016, quando nella Legge di bilancio 2017 sono state introdotte le agevolazioni del cosiddetto Piano nazionale Industria 4.0, confermate dal nuovo Piano nazionale Impresa 4.0, inserito nella legge di Bilancio per il 2018, che apporta un’importante novità, sottolineata dal cambio di nomenclatura da industria a impresa. Il piano per Impresa 4.0, infatti, punta a costruire una vera e propria cultura dell’innovazione facendo perno non solo sul ricambio tecnologico del settore manifatturiero, ma investendo sulla digitalizzazione e la formazione di tutti i settori economici, servizi in primis.

  • Il Piano nazionale Impresa 4.0

A partire dalla proroga degli incentivi, per incoraggiare le imprese che investono in beni strumentali nuovi, in beni materiali e immateriali, come software e sistemi IT, funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi. Dall’iperammortamento, che consiste nella supervalutazione del 250% degli investimenti in beni materiali nuovi, dispositivi e tecnologie abilitanti la trasformazione in chiave 4.0 acquistati o in leasing; al superammortamento, ovvero la supervalutazione, quest’anno, del 130% degli investimenti in beni strumentali nuovi acquistati o in leasing. Per chi beneficia dell’iperammortamento, inoltre, è prevista la possibilità di fruire dell’agevolazione anche per gli investimenti in beni strumentali immateriali. Con la manovra, abbiamo inoltre rifinanziato, con 330 milioni di euro nel periodo 2018-2023, la nuova Sabatini per gli investimenti in macchinari per le piccole e medie imprese, impianti e attrezzature, con una riserva del 30% per gli investimenti 4.0.

Ma Impresa 4.0 è anche ricerca e sviluppo, capacità di creare sinergia tra investimenti pubblici e partner privati. Vanno in questa direzione il credito di imposta del 50% per gli investimenti in R&S, con un massimo annuale di 20 milioni di €/anno per beneficiario, e la creazione dei Competence center, i centri di competenza ad alta specializzazione per il sostegno alla digitalizzazione delle Pmi, la formazione del personale e il trasferimento tecnologico, per i quali con un decreto del Mise del 10 gennaio sono stati definiti i criteri di finanziamento e articolazione.

Il sostegno alle Pmi e all’imprenditorialità passa, infine, dal Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, già attivo dal 2000 e che è stato ulteriormente rafforzato, e dalle agevolazioni fiscali per le start-up innovative, per le quali Impresa 4.0 prevede anche procedure amministrative semplificate.

Quali sono stati gli impatti di questa rivoluzione digitale? Secondo i dati diffusi dal Ministero dello Sviluppo economico nel solo I semestre del 2017 si registra:

  • incremento degli ordinativi sul mercato interno dei beni strumentali, con picchi del +11,6% per macchinari e altri apparecchi;

  • crescita delle aspettative sugli ordinativi, che sono ai massimi livelli dal 2010

  • dati positivi sia su numero di imprese che aumenteranno spesa in Ricerca&Sviluppo sia su percentuale di crescita della spesa (da indagine campionaria +10%/+15%)

  • crescita, sebbene ancora contenuta, sugli investimenti, early stage.

Resta da colmare il gap su competenze e conoscenze digitali, come sostenuto anche dall’ultima edizione del report dell’Osservatorio di Aica, Assinform, Assintel e Assinter, realizzato in collaborazione con l’Agid e il Ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca. Per questo nell’ultima legge di bilancio, abbiamo inserito un credito di imposta pari al 50% per la formazione digitale.

Insomma, Impresa 4.0 è una grande occasione, sia dal punto di vista fiscale, che strategico. Va ricordato, infatti, che il superammortamento non si sostituisce ma si somma a tutti gli altri benefici fiscali già in essere. E le aziende, evidentemente, hanno colto il vantaggio, vista l’impennata di ordinativi. Un dato estremamente positivo, se si considera che oggi il 4.0 garantisce una visione di lungo termine e una possibilità di riscatto dalla crisi di fiducia che ci ha colpiti.

  • Impresa 4.0 le opportunità e le sfide per il tessuto industriale del Veneto

Grazie al suo tessuto industriale e manifatturiero e alla presenza di centri universitari di avanguardia, il Veneto è stato tra le regioni italiane che meglio hanno saputo reagire alla spinta innovativa impressa dalla strategia nazionale di Impresa 4.0.

Uno studio del Mecspe mette in evidenza che l’industria del Veneto gode di ottima salute ed è redditizia, ma soltanto con i benefici che garantiranno la digitalizzazione e l’industria 4.0 il comparto potrà continuare a fare business nel futuro prossimo. Su questo fronte, un’indagine condotta dalla Fondazione Nordest, su un campione di 619 imprenditori e manager di ogni settore e dimensione, ha evidenziato come il 46,3 per cento delle imprese del Nordest ha già utilizzato gli incentivi per Impresa 4.0 o intende usufruirne nei prossimi mesi. Si tratta di un altro segnale di ripresa che si affianca a quanto emerso dalle ultime indagini Istat, secondo le questo territorio è tornato a trainare il Paese: nel 2016 non solo il Pil della nostra regione è cresciuto dell’1,2% contro lo 0,9 a livello nazionale, ma c’è stato un ritorno agli investimenti, che tra il 2007 e il 2015 erano crollati del 24 per cento.

I problemi che restano ancora irrisolti per le piccole e medie imprese venete sono l’assenza di esperti digitali nel proprio organico come top manager, reputational manager, web account o social media manager. Decisiva, in negativo, per le fabbriche venete l’assenza di sicurezza e protezione su internet: le aziende del Veneto sono ancora molte esposte ai cyberattacchi perché non hanno piattaforme on line sofisticate.

Il Competence center del Nord-est, che vedrà coinvolte tutte le università venete, con Padova capofila, potrà senz’altro aiutare gli industriali veneti ad aggiornarsi e a inaugurare davvero l’era dell’Impresa 4.0.

  • Verso la Quarta rivoluzione industriale

Abbiamo sempre guardato al futuro in un’ottica di “post-passato” e questo è uno dei nostri problemi culturali più forti, che dobbiamo superare con la forza derivante dall’unione di tutte le strutture coinvolte in questa rivoluzione, perché nessuno è chiamato fuori. Non possiamo più immaginare un’organizzazione capitalistica basata sull’antagonismo, antitetico rispetto alla possibilità di un gioco espansivo come questo, bensì sulla partecipazione. A maggior ragione perché la rivoluzione digitale, valorizza anche il territorio, generando un insediamento culturale non indifferente, che va favorito. Questa occasione, però, non deve spaventarci: è vero che la crisi ha spossato la nostra economia, ma dobbiamo guardare avanti, verso nuovi orizzonti. Credo che il 4.0, per le sue caratteristiche intrinseche, possa essere un valido elemento qualificante, capace di innescare un cambiamento vero, profondo, quello che ci serve e che dobbiamo, tutti, incoraggiare fino in fondo.