Baretta sul Corriere della Sera. “Crisi della politica: le nuove sfide”

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Oggi il Corriere della Sera ospita un intervento del sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta. Ecco il testo:

Crisi della politica: le nuove sfide
Nel giro di poco tempo il Corriere ci propone due interessanti riflessioni (Paolo Franchi ora, Maurizio Ferrera poche settimane fa) sulla crisi della politica… a sinistra. Meriterebbe forse l’avvio di un dibattito libero dai conformismi culturali che ancora lo condizionano. La pervasività delle comunicazioni globali, che archivia confini e passaporti; la resistenza, anacronistica ma tenace, dei conflitti identitari (religiosi, sessuali, etici); la nuova distribuzione geo tecnologica di quella che una volta si sarebbe chiamata la “divisione internazionale del lavoro; l’affermarsi dell’individualità rispetto alla “massa”, hanno fatto evaporare il conflitto tra capitalismo e socialismo; tra liberismo e socialdemocrazia. Il liberismo del profitto come fine e del mercato come valore assoluto non regge più alle nuove sfide competitive, che tendono a inglobare fattori socio-ambientali (Volkswagen insegna!). Ma di fronte alla pressante domanda di emancipazione e benessere di milioni di “nuovi” cittadini del mondo finora esclusi, non basta più “socialdemocraticamente” tosare la pecora: bisogna aumentare pecore e lana. In definitiva, nel nuovo mondo contemporaneo i problemi della formazione della ricchezza e della accumulazione, della sostenibilità e della qualità, sono imprescindibili per una prospettiva di giustizia sociale e di benessere diffuso. Come dimostrano le emergenze del cibo, dell’acqua e dell’energia. Si affermano, cioè, nel pensiero economico, valori che fino a non molto tempo fa ne erano estranei. Da qui la crisi di identità e di ruolo dei classici soggetti della rappresentanza democratica: partiti, movimenti e sindacati (dei lavoratori e degli imprenditori). Tutto ciò pone alla politica in generale, ma soprattutto ai riformisti, nuove sfide sia nel pensiero, sia nell’azione, ben oltre i parametri tradizionali del conflitto capitale-lavoro, o di una tradizionale lettura di destra o di sinistra della Storia, verso – senza rimpianti- una nuova visione del mondo nella quale diritti delle persone, solidarietà globale, aumento delle disponibilità di risorse essenziali e loro equa ed efficace distribuzione, rappresentano non solo il migliore, ma il solo modo di costruire il futuro.

2015-11-03T07:14:40+01:00 3 Novembre 2015|News|

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  1. Alessandro 3 Novembre 2015 al 9:07 - Rispondi

    Caro sig. Paolo BARETTA, tutto vero, ma sin da quando la politica ha fatto il suo ingresso nella società, le qualità ineludibili sono state e sempre saranno, tre su tutte: ONESTA’-IMPEGNO-PROFESSIONALITA’. Ma queste prerogative sono mancate a tutti i livelli, dai Comuni alle Province, passando poi per le Regioni e finendo in bellezza (dulcis in fundo…) ai GOVERNI CENTRALI.
    La saluto
    Alessandro

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